DETENUTO SUICIDA A FERMO IL GARANTE: “PER ALCUNI SOGGETTI IL CARCERE NON E’ LA RISPOSTA PIU’ ADEGUATA”
Pubblicato il 30 Luglio 2020   Tag: Garante detenuti
Comunicati
DETENUTO SUICIDA A FERMO IL GARANTE: “PER ALCUNI SOGGETTI IL CARCERE NON E’ LA RISPOSTA PIU’ ADEGUATA”
Si tratta di un ventiduenne in misura cautelare. Nobili evidenzia i problemi determinati dalle patologie psicologiche e psichiatriche e chiede il riavvio delle attività trattamentali, individuate anche come forma di sostegno alla permanenza in carcere
“Un problema serio a cui vanno date risposte diverse rispetto al passato. Per i soggetti con problemi psichici e psichiatrici il carcere non basta, devono essere individuate forme d’intervento che vadano oltre la semplice restrizione nell’istituto penitenziario”. Così il Garante dei diritti, Andrea Nobili, alla notizia di un nuovo suicidio presso la Casa di reclusione di Fermo, vittima un ventiduenne in misura cautelare.
Proprio sulla questione della situazione sanitaria, nei giorni scorsi il Garante ha attivato un confronto diretto con i responsabili dell’Osservatorio regionale della sanità penitenziaria per affrontare sia le questioni legate all’emergenza Coronavirus, ma anche a tutte le altre patologie che interessano i detenuti.
“Nel contesto generale – sottolinea Nobili – credo che il riavvio formale delle attività trattamentali possa fornire un contributo non indifferente per rendere più sostenibile la permanenza in carcere, anche su un versante più specificatamente psicologico”. Nelle prossime ore il Garante si recherà a Fermo per un esame più attento di quanto accaduto.
Infine, Nobili esprime soddisfazione per la nomina di Raffaele Agostini a Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Ancona, a cui entro breve chiederà un incontro.
A.Is.
DOPPIO APPUNTAMENTO PER IL GARANTE SULLA SITUAZIONE SANITARIA NEGLI ISTITUTI PENITENZARI
Pubblicato il 29 Luglio 2020   Tag: Garante detenuti
DOPPIO APPUNTAMENTO PER IL GARANTE SULLA SITUAZIONE SANITARIA NEGLI ISTITUTI PENITENZARI
Il primo incontro ha coinvolto il Coordinamento dei Garanti dei detenuti. Per quanto riguarda il secondo, invece, Nobili ha ritenuto opportuno un confronto con l’Osservatorio regionale della sanità penitenziaria e ha chiesto l’adozione di linee di indirizzo sulla prevenzione, che rendano omogenei gli standard per tutte le strutture
Doppio appuntamento in videoconferenza per il Garante dei diritti, Andrea Nobili, incentrato soprattutto sulla situazione sanitaria negli istituti penitenziari. Il primo, di respiro nazionale, ha coinvolto il Coordinamento dei Garanti dei detenuti e si è soffermato, oltre a fornire un quadro generale dei maggiori problemi carcerari, sulle misure di prevenzione da adottare in relazione all’emergenza epidemiologica da Coronavirus. Per quanto riguarda il secondo, invece, Nobili ha ritenuto opportuno un confronto diretto con i responsabili dell’Osservatorio regionale della sanità penitenziaria per approfondire le questioni legate alle condizioni di salute dei detenuti in ingresso e alle patologie che interessano quelli attualmente in carcere. Il Garante ha chiesto l’adozione di linee regionali d’indirizzo sulla prevenzione sanitaria, che rendano omogenei gli standard per tutti gli istituti penitenziari.
Subito dopo la possibilità di ritornare in presenza, come si ricorderà, è stata portata a termine dall’Autorità di garanzia l’azione di monitoraggio in tutti gli istituti marchigiani, con un’ultima visita a Marino del Tronto di Ascoli Piceno. Nobili ha espresso un giudizio positivo sulla situazione generale, soprattutto in relazione alla tenuta delle strutture dal punto di vista sanitario, e alla capacità della Polizia penitenziaria di fronteggiare inevitabili momenti di tensione, ma non ha mancato di raccomandare estrema cautela per le fasi successive alla prima emergenza. “Non possiamo abbassare la guardia – sottolinea – perché il ritorno alla normalità deve essere necessariamente graduale, mettendo in atto tutti gli accorgimenti del caso. Continueremo a monitorare la situazione, come abbiamo fatto in via telematica anche nel momento peggiore, per affrontare tutte le eventuali criticità. Contiamo di effettuare nuove visite nelle singole strutture partire dal mese di agosto”.
Intanto, il Garante esprime soddisfazione per il seppur minimo riavvio delle attività trattamentali, che nei giorni scorsi ha visto protagonista a Montacuto di Ancona lo scrittore Guido Catalano nell’ambito del progetto “Ora d’aria”, inserito nel programma del Festival internazionale “La Punta della Lingua”.
A.Is.
IL GARANTE CHIEDE UN CONFRONTO CON l’ANCI REGIONALE SULLA RIPARTENZA DELLA SCUOLA
Pubblicato il 21 Luglio 2020   Tag: Garante infanzia
IL GARANTE CHIEDE UN CONFRONTO CON l’ANCI REGIONALE SULLA RIPARTENZA DELLA SCUOLA
Al centro dell’attenzione anche i “Patti educativi di comunità” contemplati nelle linee guida nazionali e da porre in essere ferma restando la disponibilità di adeguate risorse finanziarie. Possono essere sottoscritti da enti locali, istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio, realtà del Terzo settore e istituti scolastici
I problemi legati alla ripartenza della scuola sempre al centro dell’attenzione del Garante dei diritti. Già nei giorni scorsi aveva anticipato l’esigenza di un confronto diretto con l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ed ora scrive al Presidente regionale dell’associazione per chiedere un incontro in tempi celeri sulle azioni da mettere in campo da parte degli enti locali, anche in riferimento ai “Patti educativi di comunità”, ritenuto strumento primario per sostenere le scuole nella definizione di spazi e tempi della didattica e per la determinazione di percorsi educativi integrati curricolari ed extracurricolari.
Riferendosi alle linee guida ministeriali, nella lettera il Garante sottolinea che gli stessi “Patti”, ferma restando la disponibilità di adeguate risorse finanziarie, possono essere sottoscritti da enti locali, istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio, realtà del Terzo settore e istituti scolastici. Un coinvolgimento, secondo Nobili, va inquadrato in “una logica di adesione al principio di sussidiarietà e di corresponsabilità”.
Il Garante aveva già evidenziato l’importanza dei “Patti” durante l’incontro del Tavolo regionale di confronto per l’avvio dell’anno scolastico, di cui fa parte insieme all’Ufficio scolastico regionale, ai rappresentanti sindacali e di altri enti, alle associazioni dei genitori e degli studenti. Aveva ribadito, inoltre, la necessità di un piano straordinario e di investimenti mirati nelle infrastrutture sociali, sottolineando come senza tutto questo la ripartenza appaia difficile. Il timore espresso da Nobili è quello della mancanza di risorse che permettano lo sdoppiamento dei turni.
“Se non c’è la possibilità di mettere in atto il distanziamento di almeno un metro, per garantire la didattica in presenza – evidenzia – gli studenti saranno costretti a indossare la mascherina per tutto il tempo delle lezioni. Questa mi sembra un’ipotesi di difficile attuazione !”.
Ricordando il momento di grande incertezza sul versante della sicurezza sanitaria, con imposizioni molto severe in alcuni casi, come quelle che riguardano i minori, e meno stringenti per altri settori, il Garante fa presente che “da parte nostra continueremo a vigilare affinché siano messe in campo tutte le energie possibili per trovare soluzioni adeguate alla ripartenza delle lezioni in presenza nella massima sicurezza e nel pieno rispetto dei diritti all’istruzione e alla socialità che appartengono a tutti gli studenti”.
Prosegue anche il confronto dell’Autorità di garanzia con tutte le realtà che stanno lavorando per cercare adeguate soluzioni, a partire dai comitati “Priorità alla scuola”.
A.Is.
IL GARANTE SULLA SCUOLA, “PER LA RIPARTENZA OCCORRE UN PIANO STRAORDINARIO”
Pubblicato il 17 Luglio 2020   Tag: Garante infanzia
IL GARANTE SULLA SCUOLA, “PER LA RIPARTENZA OCCORRE UN PIANO STRAORDINARIO”
Alcune indicazioni di Nobili dopo aver partecipato al Tavolo regionale di confronto per l’avvio del nuovo anno scolastico. Tra le proposte quella dei “Patti educativi di comunità”. Previsti contatti con l’Anci per sollecitare i Comuni ad intervenire
“Occorre un piano straordinario, perché se è vero che la scuola deve ripartire in sicurezza, è altrettanto vero che bambini e ragazzi vanno messi nelle condizioni di seguire le lezioni nel miglior modo possibile, non ledendo i loro diritti all’istruzione e alla socialità”. E’ perentorio il Garante Andrea Nobili, dopo aver partecipato all’incontro del Tavolo regionale di confronto per l’avvio dell’anno scolastico, di cui fa parte insieme all’Ufficio scolastico regionale, ai rappresentanti sindacali e di altri enti, alle associazioni dei genitori e degli studenti.
In questa sede, Nobili ha evidenziato l’importanza di “Patti educativi di comunità”, che vedano protagonisti la stessa scuola, gli enti locali, le istituzioni, i soggetti del terzo settore e tutti gli altri direttamente interessati. Uno strumento primario, come rilevato nelle ultime ore anche da Save the Children, per sostenere le scuole nella nuova definizione degli spazi e dei tempi della didattica e per la determinazione di percorsi educativi integrati curriculari ed extracurriculari.
“Senza un piano straordinario, senza investimenti nelle infrastrutture sociali – sottolinea Nobili – la ripartenza è difficile. Temiamo che non ci siano risorse per sdoppiare i turni e se non c’è la possibilità di mettere in atto il distanziamento di almeno un metro, per garantire la didattica in presenza, gli studenti saranno costretti a indossare la mascherina per tutto il tempo delle lezioni. Questa mi sembra un’ipotesi di difficile attuazione !”.
Sostenendo un discorso di massimo coinvolgimento, Nobili ha intenzione di confrontarsi con l’Anci, chiedendo che i Comuni, a cui fanno capo le strutture scolastiche, contribuiscano a individuare idonee soluzioni. Nei giorni scorsi la questione era stata affrontata anche dalla rete dei Garanti per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito di una videoconferenza con il Presindente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro. E per tutte le indicazioni ed i suggerimenti necessari il Garante è anche in continuo contatto con i comitati di “Priorità alla scuola”.
“Come ho già detto più volte – conclude Nobili – le misure tampone non sono più sufficienti e occorre trovare il giusto punto di equilibrio tra salvaguardia della salute e diritto allo studio. Viviamo, purtroppo, in un momento di grande incertezza sul versante della sicurezza sanitaria, con imposizioni molto severe in alcuni casi, come quelle che riguardano i minori, e meno stringenti per altri settori. Ma qui stiamo parlando dei nostri ragazzi e del loro futuro. E non è permesso sbagliare!”
A.Is.
CARCERI, CONCLUSO IL MONITORAGGIO DEL GARANTE DOPO IL LOCKDOWN
Pubblicato il 16 Luglio 2020   Tag: Garante detenuti
CARCERI, CONCLUSO IL MONITORAGGIO DEL GARANTE DOPO IL LOCKDOWN
Ultima visita presso la casa circondariale di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno. I sopralluoghi hanno interessato tutti gli istituti penitenziari. Valutazione complessivamente positiva. Nobili chiede la convocazione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria, auspicando l’attivazione di piani d’intervento e di prevenzione
Termina con la visita alla casa circondariale di Marino del Tronto la fase di monitoraggio avviata dal Garante regionale, Andrea Nobili, subito dopo il lungo periodo di lockdown. Un attento sopralluogo, quello ad Ascoli Piceno, caratterizzato dal confronto con i responsabili dei diversi settori e con una verifica dello stato degli ambienti carcerari.
L’azione di monitoraggio ha interessato tutti gli istituti penitenziari delle Marche, per i quali l’Autorità di garanzia ha chiesto incontri con direttori, comandanti della Polizia penitenziaria, nonché responsabili dell’area sanitaria e delle attività trattamentali. Non sono mancati numerosi colloqui con i detenuti, che sono stati messi in piedi anche per via telematica, vista la complessità del momento e il disagio determinato dall’impossibilità di poter avere contatti diretti con i familiari.
Al termine delle visite il Garante ha espresso un primo giudizio positivo sulla situazione generale, soprattutto in relazione alla tenuta delle strutture dal punto di vista sanitario, e alla capacità della Polizia penitenziaria di fronteggiare inevitabili momenti di tensione. “Ma superata questa fase – sottolinea ora Nobili – andranno messi in atto alcuni approfondimenti, che ci consentano di gestire le criticità del quotidiano nel migliore dei modi e di affrontare le nuove emergenze che dovessero presentarsi. Per questo motivo ho già chiesto la convocazione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria”.
Restano in piedi, infatti, i problemi legati alla verifica delle condizioni per i nuovi ingressi e alle patologie che interessano i detenuti attualmente in carcere per i quali il Garante auspica piani d’intervento e di prevenzione.
Oltre alla questione strettamente sanitaria, c’è quella del riavvio delle attività trattamentali, con alcune progettualità che sono rimaste ferme negli ultimi mesi e per le quali Nobili ha chiesto più volte una graduale ripartenza, attraverso tutte le disposizioni previste per il distanziamento sociale.
In questa direzione, un primo appuntamento è fissato per il prossimo 23 luglio presso l’istituto di Montacuto di Ancona. La poesia torna nuovamente oltre le sbarre con il progetto “Ora d’aria”, previsto nell’ambito del festival internazionale “La Punta della Lingua”. Sarà lo scrittore Guido Catalano a confrontarsi con i detenuti, come già fatto in passato attraverso alcune iniziative promosse dal Garante, che hanno permesso di concretizzare interventi educativi e formativi di sensibilizzazione alla lettura, alla scrittura ed allo sviluppo delle potenzialità creative.
“Terminata questa fase di monitoraggio – conclude Nobili – contiamo, comunque, di effettuare ulteriori visite nelle singole strutture a partire già dal mese di agosto per avere un quadro costantemente aggiornato della situazione”.
A.Is.
NUOVO REPORT DEL GARANTE SULL’ACCOGLIENZA DEI MINORI FUORI DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Pubblicato il 10 Luglio 2020   Tag: Ombudsman
NUOVO REPORT DEL GARANTE SULL’ACCOGLIENZA DEI MINORI FUORI DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Presentato ufficialmente nell’Aula consiliare di Palazzo Leopardi, riporta i dati relativi alle realtà dell’affido e dei servizi residenziali che operano nelle Marche. Nobili: “Occorrono un progetto complessivo e un lavoro di rete sociale che veda il coinvolgimento di istituzioni e attori competenti”
Un’indagine dettagliata su bambini e adolescenti che vivono l’esperienza dell’allontanamento della famiglia d’origine, con particolare riferimento alle realtà dell’affidamento e dei servizi residenziali che operano nelle Marche. E’ quella raccolta nel nuovo report di settore realizzato dall’ufficio del Garante dei diritti, Andrea Nobili, nell’ambito della competenza relativa alla tutela dei minori. Alla presentazione ufficiale, ospitata per motivi di distanziamento presso l’Aula consiliare di Palazzo Leopardi, hanno partecipato oltre al Garante, il Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo; il dirigente del Servizio politiche sociali della Regione Marche, Giovanni Santarelli; il Presidente del Coordinamento regionale delle comunità educative, Andrea Marangoni, e quello dell’associazione “Famiglie per l’accoglienza”, Massimo Orselli. Presente anche il consigliere regionale, Marzia Malaigia.
“Un ringraziamento al Garante – ha esordito Mastrovincenzo – con cui in questi anni abbiamo lavorato intensamente a diversi progetti, soprattutto riferiti al benessere ed alla tutela dei minori. Collaborazione e confronto che abbiamo avuto anche con le associazioni che intervengono direttamente per l’accoglienza. Questo nuovo report, l’ultimo che presentiamo al termine della legislatura, insieme a quanto fatto in questi cinque anni, credo che stia a dimostrare come la figura del Garante abbia riacquistato la sua centralità”.
In base ai dati raccolti attraverso varie fonti, nel 2019 sono stati 530 gli interventi di affidamento familiare, 8 i casi riferiti a minori stranieri non accompagnati e 24 quelli relativi a bambini e adolescenti con disabilità, a conferma di un andamento costante dal 2015 al 2018. Oltre l’80% degli affidamenti familiari risulta essere di tipo giudiziale, mentre la durata media va dai due ai quattro anni. La fascia prevalente di età è quella compresa tra gli 11 ed i 14 anni. Ogni progetto di affido nasce ed è reso possibile dal coinvolgimento di più soggetti e attori istituzionali, ciascuno dei quali svolge un ruolo preciso all’interno dell’intero percorso. In questo contesto, una risorsa fondamentale è rappresentata dalle “reti” di famiglie affidatarie.
Altro discorso va fatto per le comunità. Alla data del 31 dicembre 2019 nella regione Marche hanno operato complessivamente 70 strutture residenziali, che sono riconducibili a 33 enti gestori, la cui natura giuridica è piuttosto varia e articolata (tra cui cooperative sociali, associazioni di volontariato, fondazioni ed enti religiosi). Il numero dei posti autorizzati ammonta a 667, con una percentuale più elevata nella provincia di Pesaro Urbino (39%) e in quella di Macerata (22%) e a seguire quelle di Fermo (19%), Ancona (14%) e Ascoli Piceno (6%). Complessivamente risultano essere 879 i minori ospitati, di cui il 46% di cittadinanza italiana e il 54% di provenienza straniera.
Due le comunità terapeutiche, a Macerata e Pesaro, che rivolgono la loro attività ad adolescenti affetti da disturbi comportamentali e da patologie di interesse psichiatrico. Nel 2019 hanno accolto 72 ragazzi.
Secondo Nobili l’analisi dei vari dati “conferma che il sistema italiano di tutela è caratterizzato da forme di intervento tardo-riparative. Senza disconoscere il bisogno di azioni di protezione e cura degli stessi minori esposti a situazioni gravemente pregiudizievoli, si deve avere la capacità di intervenire prima, prevenendo l’aggravarsi delle problematiche familiari”.
Detto questo, il Garante non manca però di evidenziare la positività del sistema di accoglienza nelle Marche, che “ha saputo fronteggiare adeguatamente anche l’emergenza epidemiologica con nessun caso Covid nelle comunità. Nel complesso dobbiamo riconoscere la competenza degli operatori, il valore sociale e solidaristico della rete delle famiglie affidatarie. E’ ovvio che possono esserci dei casi bordeline, pensiamo a cosa accaduto di recente in una comunità del territorio regionale, e proprio per questo la vigilanza deve essere puntuale e costante”.
L’esigenza è quella di un progetto ampio, di un lavoro di rete sociale che veda il coinvolgimento delle istituzioni e degli attori competenti, “a partire – puntualizza Nobili – dai tavoli regionali di confronto già attivati con le autorità giudiziarie e i coordinamenti delle strutture di accoglienza e delle associazioni familiari per l’affidamento, nonché con l’ufficio del Garante”.
Ulteriori approfondimenti sulla situazione complessiva, anche alla luce di esperienze dirette, da parte di tutti i partecipanti all’incontro. Una riflessione a tutto campo che va dalle politiche sociali, alle problematiche legate al sistema sanitario, dalla struttura delle comunità, alla complessità delle problematiche rappresentate dai minori in affido.
A.Is.