TRENTA AZIONI DI MONITORAGGIO, OLTRE 200 VISITE, 1.800 COLLOQUI CON I DETENUTI, I CINQUE ANNI DEL GARANTE NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI

Dopo l’ultimo appuntamento a Marino del Tronto, Andrea Nobili fa il punto della situazione e tira le somme del lavoro svolto nel quinquennio. La fotografia complessiva attraverso 5 report. Gli interventi hanno riguardato molteplici problematiche. Particolare attenzione anche alle attività trattamentali. Tutte le criticità presenti

Zero contagi tra i detenuti, qualche caso tra gli operatori di polizia penitenziaria che non sono entrati, comunque, in contatto con gli stessi detenuti ed un sistema che ha retto all’urto dell’emergenza pandemica. Lo conferma il Garante dei diritti al termine dell’ultima visita, quella a Marino del Tronto di Ascoli Piceno, presso gli istituti penitenziari marchigiani.
“Un riscontro positivo – precisa – che è legato a questa problematica specifica e che fotografa ovviamente il momento attuale. Su altro versante, sappiamo quante e quali sono ancora le criticità che insistono sul nostro sistema carcerario e che non hanno trovato un’adeguata soluzione. In questi anni l’Autorità di garanzia ha avuto modo di affrontarne diverse, dal sovraffollamento alla carenza di organici, dalle questioni legate alla sanità a quelle strutturali, fino alla necessità di incrementare le attività trattamentali. E’ indispensabile continuare a mettere in campo tutte le risorse possibili affinchè le carceri non vengano considerate come l’ultimo anello del welfare. Occorre, quindi, monitorare con costanza e determinazione e non abbassare mai la guardia”.
E a conclusione del suo mandato, il Garante tira le somme del lavoro svolto nel corso degli ultimi cinque anni. Sul piatto della bilancia ci sono 30 azioni di monitoraggio (più di cinque ogni anno) con una media complessiva di oltre 200 ingressi in carcere (sia per la stessa azione di monitoraggio che per altre iniziative) e circa 1.800 colloqui con i detenuti. Un’attività che si è concentrata soprattutto nei periodi che hanno registrato l’acuirsi delle criticità, come quello estivo o come quello straordinario dell’emergenza pandemica, che ha annoverato anche un confronto mantenuto costante attraverso il mezzo telematico.
“La fotografia annuale – ricorda Nobili – è stata rappresentata con l’ausilio di 5 report, che hanno fornito i dati consolidati delle presenze nei sei istituti penitenziari delle Marche, sette fino al 2016 quando è stato chiuso quello di Camerino a causa del terremoto, e nella Rems attualmente ospitata a Macerata Feltria, ma hanno anche fatto il punto della situazione per quanto riguarda sovraffollamento, sanità, polizia penitenziaria, attività trattamentali e criticità di tipo strutturale”.
Accanto a questo, ulteriori incontri sulla variegata realtà del volontariato e sulle problematiche inerenti la stessa polizia penitenziaria e tre convegni (ospitati rispettivamente nel capoluogo regionale e a Macerata) che hanno inteso fare il punto sul sistema carcerario presente e futuro, con l’apporto di autorevoli rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria nazionale. Massima attenzione da parte del Garante per quanto le attività trattamentali per promuovere la cultura, l’aggregazione e la risocializzazone, anche in funzione del reinserimento dei detenuti nella società, una volta terminata la pena. Raggiunti, in questa direzione, due importanti traguardi con il Polo universitario a Fossombrone e quello formativo a Barcaglione di Ancona.
Nel corso degli ultimi cinque anni sono state attivate, inoltre, numerose collaborazioni che hanno permesso di portare in carcere, agricoltura sociale, letteratura, poesia, cinema e danza, laboratori e corsi di varia natura, per un totale di oltre 60 iniziative.

A.Is