“NON SI PUO’ CONTINUARE A MORIRE  DI CARCERE E IN CARCERE”

Appello lanciato dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà e giornata nazionale dedicata ad una riflessione generale proprio sui suicidi e sulle morti negli istituti penitenziari italiani

Interventi urgenti per arginare i suicidi in carcere. Piena adesione del Garante regionale delle Marche all’appello lanciato dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale e alla giornata nazionale, fissata per il 18 aprile, dedicata ad una riflessione generale proprio sui suicidi e sulle morti negli istituti penitenziari italiani. L’appello è rivolto al ministero della Giustizia, all’Amministrazione penitenziaria, ai membri di Camera e Senato e alla società civile, ad un mese esatto dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, ricevendo il corpo della Polizia penitenziaria, ha ribadito l’importanza di interventi urgenti per frenare questa emergenza.

Nel testo vengono richiamate diverse problematiche che vanno dal sovraffollamento alla necessità di incentivare le attività trattamentali e gli interventi di carattere sanitario, nonché i rapporti con i familiari e con il volontariato. In primo piano la richiesta di un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. Come viene ricordato, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione.

Nella giornata del 18 verranno ricordati, inoltre, i nomi dei detenuti che si sono uccisi o sono morti per malattia ed altre cause e quelli degli agenti di Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel corso dei primi mesi del 2024.

A.Is.


APPELLO DELLA CONFERENZA NAZIONALE DEI GARANTI TERRITORIALI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTÀ
SUICIDI IN CARCERE: SERVONO INTERVENTI URGENTI,
“NON SI PUO’ CONTINUARE A MORIRE DI CARCERE E IN CARCERE”

Lo scorso 18 marzo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo la Polizia Penitenziaria, ha dichiarato: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”. Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l’agghiacciante elenco.

È uno stillicidio insopportabile, al pari della sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione.

E dunque, è più che mai doveroso analizzare e decifrare il drammatico fenomeno del sovraffollamento carcerario, ribadendo, ancora una volta, con forza l’impellente necessità di interventi urgenti.

La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle cd. “ore d’aria”. Questo rappresenta, senza dubbio, una patente violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario.

Tale situazione non è insuperabile.

È necessario riempire di senso, il tempo della detenzione, offrendo più attività “trattamentali” (culturali, lavorative, sportive e ricreative). Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate.

Si sottolinea, altresì, l’assoluta necessità di personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza.

È necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione.

Chiediamo, dunque, a tutti i Parlamentari norme specifiche ed urgenti, ed al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica che ha sollecitato: “interventi urgenti, anche per tamponare l’emergenza”.

Così come sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e gli stessi magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva nel 1949 Piero Calamandrei – “bisogna vederle, bisogna esserci stati, per rendersene conto”.

I suicidi sono, difatti, il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere.

Il 18 aprile 2024, ovvero ad un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale diffonderà il seguente appello, ricordando i nomi dei detenuti morti suicidi, per malattia ed altre cause ancora da accertare nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita.

Sin d’ora siamo disponibili a incontri con il Ministro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria per dare il nostro contributo di scienza ed esperienza alla risoluzione delle gravi problematiche che affliggono il carcere, le persone detenute e coloro che ci lavorano quotidianamente.