MINORENNE BENGALESE, NOBILI INFORMA LA COMMISSIONE PARLAMENTARE E LA GARANTE NAZIONALE

In una lettera si chiede di fare il possibile per rintracciare la ragazza, accertandosi che non stia subendo una lesione dei suoi diritti fondamentali, primo fra tutti quello di vivere e crescere serenamente, integrata nella sua vera dimensione di studio, relazionale ed affettiva

Il Garante regionale dei diritti, Andrea Nobili, torna sul caso della minorenne di origine bengalese, che ha improvvisamente lasciato il territorio italiano ed abbandonato, di conseguenza, il percorso scolastico dove si era perfettamente inserita. Lo fa rivolgendosi alla senatrice Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare infanzia ed adolescenza, ed alla Garante nazionale di settore, Filomena Albano.

Nella lettera vengono ripercorse le tappe fondamentali della vicenda, che nei giorni scorsi ha portato Nobili a chiedere l’intervento dei Servizi sociali del Comune di Ancona, della Procura presso il Tribunale per i minorenni delle Marche e del Tribunale ordinario. In una fase successiva si è anche cercato di attivare un incontro con il padre della ragazza, tramite la mediazione di un esponente della comunità bengalese, ma senza risultati.

Nel complesso gli interventi sollecitati e quelli attivati non hanno prodotto esiti concreti. “A tutt’oggi – scrive il Garante – non è dato sapere quali siano le condizioni della ragazza e se la stessa abbia scelto liberamente di abbandonare la città in cui viveva, la scuola, gli amici, gli affetti”. In base alle notizie raccolte, come noto, dovrebbe trovarsi in Bangladesh, ma non si avrebbero certezze  sui motivi di una partenza improvvisa dopo diversi giorni di assenza dalle lezioni.

L’auspicio espresso da Nobili è quello che “si faccia davvero il possibile per rintracciarla, accertandosi che non stia subendo una lesione dei suoi diritti fondamentali. Primo fra tutti quello di vivere e crescere serenamente, integrata nella sua vera dimensione di studio, relazionale ed affettiva. Sradicarla da tutto ciò è una sopraffazione intollerabile, che offende il sentimento di chi crede in una vera integrazione, imprescindibile dal rispetto dei diritti inviolabili delle persone”.

 A.Is.