AUDIZIONE DEL GARANTE IN COMMISSIONE SANITÀ

Giulianelli chiamato a fare il punto sulla situazione degli istituti penitenziari marchigiani soprattutto per quanto riguarda le problematiche di carattere sanitario, che rappresentano una delle maggiori criticità. In primo piano restano le patologie psichiatriche

Il Garante illustra in Commissione sanità la situazione degli istituti penitenziari marchigiani, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi. Nel corso della prevista audizione Giulianelli ha rinnovato la preoccupazione, più volte espressa, in relazione al sovraffollamento che si registra in modo più consistente nelle Case circondariali di Montacuto e Villa Fastiggi. Ma l’attenzione si è soffermata soprattutto sulle problematiche di carattere sanitario che rappresentano una delle maggiori criticità, con al primo posto le patologie psichiatriche sempre più in aumento, come emerge ormai da anni attraverso l’azione di monitoraggio portata avanti dall’Autorità di garanzia.

“Ad incidere – ha commentato il Garante a margine dell’audizione – sono molteplici fattori. Ovviamente la carenza di personale non permette di intervenire in modo adeguato. Mancano i sanitari, gli educatori, ma anche gli agenti sono in numero inferiore di quanto previsto. Se questo da un lato vuol dire affrontare con maggiore disagio i momenti di difficoltà, dall’altro sta anche a significare che, alcune volte, non è semplice formare le scorte per portare un detenuto in ospedale”.

Al dato complessivo si aggiunge un’altra riflessione che riguarda le attività trattamentali, perché “il tempo in carcere si dilata – specifica Giulianelli –   ed è necessario riempirlo con cose da fare, onde evitare ricadute sotto il profilo psicologico. Progetti, che siano anche di qualità, aiutano ad arginare questo stato di cose e proprio per questo ne abbiano attivati diversi e continueremo a farlo con il supporto di chiunque vorrà rendersi disponibile”.

Il Garante non manca di rinnovare altre sue considerazioni sempre sul versante sanitario. La prima riguarda la necessità di una seconda Rems sul territorio regionale, ritenuta ormai indispensabile vista l’esiguità di posti a disposizione (una ventina) in quella di Macerata Feltria. Per quanto riguarda la seconda il concetto base è che “il vecchio sistema, che poneva la sanità carceraria in capo al Ministero e non alle Regioni, aveva una sua logica e una maggiore funzionalità”.

E aggiunge: “Il fatto che sanità penitenziaria e direzione dell’istituto siano separate non agevola la situazione. Pensiamo soltanto che, per una questione di privacy, il direttore non può conoscere lo stato di salute di un detenuto. Mi rendo perfettamente conto che molte questioni esulano dalle nostre possibilità d’intervento, ma è anche certo che ci sono le condizioni per mettere in atto un’azione sinergica d’intervento sul Governo centrale, magari in diretto contatto con le altre Regioni che vivono, in molti casi in forme molto più consistenti, tutte le problematicità degli istituti penitenziari”.

A.Is.