REPORT DEL GARANTE SULL’ACCOGLIENZA DEI MINORI FUORI DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Pubblicato il 13 Luglio 2020   Tag: Garante infanzia
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REPORT DEL GARANTE SULL’ACCOGLIENZA DEI MINORI FUORI DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Un’indagine dettagliata su bambini e adolescenti che vivono l’esperienza dell’allontanamento della famiglia d’origine, con particolare riferimento alle realtà dell’affidamento e dei servizi residenziali che operano nelle Marche. E’ quella raccolta nel nuovo report di settore realizzato dall’ufficio del Garante dei diritti, Andrea Nobili, nell’ambito della competenza relativa alla tutela dei minori.
“REPORT CARCERI 2019”, PER IL GARANTE OLTRE 50 VISITE E 400 COLLOQUI
Pubblicato il 16 Gennaio 2020   Tag: Garante detenuti
“REPORT CARCERI 2019”, PER IL GARANTE OLTRE 50 VISITE E 400 COLLOQUI
La presentazione ufficiale a Palazzo delle Marche. Incontri ad hoc per una fotografia più dettagliata della situazione sanitaria nei sei istituti penitenziari marchigiani. Al centro dell’attenzione vecchi e nuove criticità e la necessità riattivare, al più presto, punti di riferimento certi
Una costante e rinnovata azione di monitoraggio quella messa in campo dal Garante regionale Andrea Nobili durante l’anno appena trascorso, che permette di tracciare l’attuale fisionomia degli istituti penitenziari marchigiani. La panoramica complessiva è affidata al “Report 2019”, che mette nero su bianco la situazione, questa volta dedicando un approfondimento alla problematica sanitaria, oggetto di visite ed incontri specifici organizzati dallo stesso Garante. La presentazione ufficiale a Palazzo delle Marche con la partecipazione del Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo e di alcuni rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria.
PUNTI DI RIFERIMENTO CERTI
La fotografia degli istituti penitenziari nel corso del 2019, oltre che sui numeri, poggia le basi su oltre 50 visite, più di 400 colloqui con i detenuti ed altri incontri effettuati dal Garante in questi mesi. Il sovraffollamento si ripresenta, a fasi alterne, in alcuni istituti (soprattutto a Montacuto e Villa Fastiggi), persistono le criticità strutturali e la conseguente vivibilità dei luoghi. “Il vero problema – spiega Nobili – è, però, quello dei percorsi da attivare per il reinserimento dei detenuti. Dobbiamo ancora una volta segnalare le carenze di organico per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria, ma anche quelle che riguardano gli operatori destinati ad area trattamentale e Uepe”.
In questa direzione, la presentazione del report ha offerto al Garante la possibilità di rinnovare il suo appello affinché le Marche tornino a potersi avvalere di un’adeguata presenza del Prap (Provveditorato amministrazione penitenziaria), con un dirigente che si occupi, in modo esclusivo, del territorio regionale. “Non è più possibile – ha stigmatizzato Nobili – suddividere l’intervento tra Marche ed Emilia Romagna. E’ indispensabile che a livello centrale ci si faccia carico al più presto di questo problema”.
Concetti presenti nell’intervento del Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, che ha ribadito l’impegno istituzionale sul versante delle attività trattamentali, fornendo particolare attenzione proprio alla questione del reinserimento dei detenuti nella società. I diversi argomenti approfonditi anche dai dirigenti di Regione Marche e Asur negli ambiti sanitari e dei servizi sociali (Filippo Masera, Franco Dolcini e Giovanni Santarelli); dalla direttrice degli istituti di Montacuto e Barcaglione, Manuela Ceresani e dai comandanti della polizia penitenziaria Barbara Omenetti e Nicola Defilippis.
I DATI DEI SEI ISTITUTI MARCHIGIANI
I detenuti presenti nelle Marche sono 898 (fonte Ministero Giustizia, dicembre 2019), a fronte dei 929 del 2018, di cui 278 stranieri rispetto ai 314 del precedente anno.
Sulla base dei dati raccolti dal Garante, risultano effettivamente in servizio 613 agenti di polizia penitenziaria (su 657 assegnati), 18 educatori e 8 psicologi.
L’esame delle singole realtà vede al primo posto la casa circondariale di Montacuto con 328 detenuti (di cui 112 stranieri) per una capienza di 256. Segue la casa circondariale di Pesaro – Villa Fastiggi con 225 (di cui 85 stranieri e 21 donne) per una capienza complessiva di 153 unità. Si passa poi a Fossombrone con 89 (uno straniero) a fronte di 202 posti disponibili, ma in questo caso è da considerare la chiusura di una sezione per detenuti comuni, a causa dei lavori di ristrutturazione che sono stati avviati dopo un lungo periodo di attesa. Infine, Marino del Tronto con 102 ospiti (26 stranieri) su 105; Barcaglione con 97 (31 stranieri) su 100; Fermo 63 (16 stranieri) su 40. Per quanto riguarda la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Macerata Feltria, al momento ubicata nella struttura “Case Badesse”, si registrano 25 ospiti (3 donne), di cui 22 provenienti dalle Marche.
LA SITUAZIONE SANITARIA
Incontri e colloqui ad hoc organizzati dal Garante per avere una stima realistica della situazione sanitaria. A tutt’oggi la tossicodipendenza si conferma il problema principale con 270 casi, pari al 29%, e numerosi detenuti in terapia metadonica (la flessione rispetto agli anni precedenti è riconducibile anche alla chiusura dell’istituto di Camerino, dopo gli eventi sismici, ed a quella della sezione di Fossombrone). Preoccupano le patologie di tipo psichiatrico ed i casi di autolesionismo, con un primato per Villa Fastiggi (58) ed a seguire Montacuto (42 episodi), Marino del Tronto (24), Barcaglione (4), Fermo (3). Presenti anche diversi detenuti affetti da Epatite C, Hiv ed altre problematiche.
LE ATTIVITA’ TRATTAMENTALI
Ribadita, ovviamente, l’importanza delle attività trattamentali, che nel corso del 2019 hanno interessato diversi settori. Attraverso la sottoscrizione di accordi specifici con Ats di Pesaro, Assam e Comune di Ancona e l’attivazione di altre collaborazioni, Andrea Nobili è riuscito a portare in carcere laboratori, letteratura, poesia, cinema e danza. Tra le novità più significative, l’avvio del Polo professionale (Regione, Prap e Garante), istituito presso l’istituto penitenziario di Ancona Barcaglione, dove fino al prossimo mese di luglio è in programma il corso di aiuto cuoco con il coinvolgimento di 16 detenuti (entro breve partirà anche quello per meccanico). Primo laureato, invece, per il Polo universitario di Fossombrone (Uniurb, Prap e Autorità di garanzia), a compimento del previsto percorso triennale. E come annunciato nel corso dell’incontro, sono in fase di partenza nei sei istituti penitenziari le “Lezioni sulla legalità”, progetto curato dal Comitato regionale della Croce Rossa Italiana e promosso dal Garante, che si protrarrà fino a maggio.
A.Is.
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“Gli adolescenti nelle Marche – Dati a confronto” Indagine 2019
Pubblicato il 15 Gennaio 2020   Tag: Garante infanzia
Il “Codice dell’intrattenimento” a tutela dei minori
Pubblicato il 18 Giugno 2019   
Il “Codice dell’intrattenimento” a tutela dei minori
Presentato ufficialmente a Palazzo Leopardi il documento proposto dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, e sottoscritto insieme al Direttore generale Confcommercio Marche centrali, Massimiliano Polacco, e alla Presidente del Cogeu (Comitato unitario genitori), Luigina Bucci. Dieci linee di condotta per i gestori dei locali. All’incontro hanno partecipato anche il Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, il Vice Prefetto Clemente Di Nuzzo e il Questore Claudio Cracovia.
“REPORT CARCERI 2018”, LA FOTOGRAFIA DEGLI ISTITUTI MARCHIGIANI
Pubblicato il 11 Gennaio 2019   Tag: Garante detenuti
“REPORT CARCERI 2018”, LA FOTOGRAFIA DEGLI ISTITUTI MARCHIGIANI
Illustrati a Palazzo delle Marche i risultati del lavoro di monitoraggio effettuato dal Garante regionale dei diritti, Andrea Nobili, nel corso dell’anno appena trascorso. Al centro dell’attenzione vecchie e nuove criticità. Tra i problemi sanitari, al primo posto quello delle tossicodipendenze che interessa il 48,9% dei detenuti. Hanno partecipato all’iniziativa il Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo, il consigliere Gianni Maggi e diversi rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria
La fotografia degli istituti penitenziari marchigiani attraverso il “Report 2018”, predisposto dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, e frutto della costante azione di monitoraggio messa in campo nel corso dell’anno appena trascorso. A sostanziare il lavoro svolto, decine di interventi, colloqui con i detenuti e con i rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria, nonché iniziative e sopralluoghi che hanno registrato anche la partecipazione di alcuni parlamentari marchigiani, così come richiesto dallo stesso Garante per permettere una lettura più immediata della situazione. Accanto a tutto questo non è mancata una riflessione generale sul sistema penitenziario largamente inteso, che ha trovato un momento di confronto nel corso del convegno “Diritti dietro le sbarre”.
TRA VECCHIE E NUOVE CRITICITÀ
Nel corso della presentazione ufficiale del report, ospitata a Palazzo delle Marche, Nobili non ha mancato di confermare alcune delle maggiori criticità. In primis quella del sovraffollamento che, seppure non con percentuali elevatissime, continua a destare preoccupazione, considerate anche le oscillazioni delle presenze registrate in alcuni particolari periodi. A questo vanno rapportate le più volte denunciate carenze negli organici, sia sul fronte della polizia penitenziaria, sia su quello di tutte le altre figure chiamate a garantire gli adeguati percorsi di sicurezza, trattamento, reinserimento dei detenuti, di mediazione culturale (considerato il significativo numero di stranieri) e di assistenza sanitaria e psicologica, anche in considerazione dell’aumento di alcune patologie come quelle di carattere psichiatrico.
Sempre in relazione all’aspetto sanitario, resta comunque in prima linea il problema delle tossicodipendenze che annovera la più alta percentuale (48,9%) tra i detenuti dei sei istituti marchigiani.
Una situazione complessa, aggravata dalla crisi economica e dal taglio dei fondi previsti, che spesso ha determinato difficoltà nel garantire i servizi primari. A risentirne anche le attività trattamentali, che, seppur ben avviate in alcuni istituti, hanno dovuto fare i conti con l’esiguità delle risorse regionali ed i ritardi nella loro assegnazione.
Il supporto del volontariato, come ribadito nel terzo tavolo di confronto organizzato recentemente dal Garante con le associazioni di settore, ha permesso di far fronte ad alcune emergenze, riempiendo i vuoti che si sono inevitabilmente creati.
Altro capitolo quello legato ai problemi strutturali con lavori finanziati, ma che ancora tardano a partire. Al centro dell’attenzione soprattutto i penitenziari di Villa Fastiggi e Fossombrone, che è anche sede del Polo Universitario, nato dall’accordo tra Prap (Provveditorato amministrazione penitenziaria), Garante e Università di Urbino. Infine, le difficoltà che attualmente deve fronteggiare l’Uepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna), che vede incrementare le competenze, ma deve fare i conti con l’esiguità del personale.
Nel suo intervento il Presidente Antonio Mastrovincenzo ha ricordato l’impegno del Consiglio regionale sul fronte delle problematiche legate al sistema carcerario, non mancando di evidenziare l’importanza del confronto diretto attivato dal Garante attraverso gli incontri con le rappresentanze della polizia penitenziaria, del volontariato, dei settori sanitario e sociale. “Non posso che ribadire – ha aggiunto – l’importanza delle attività trattamentali, per le quali nel bilancio preventivo 2019 abbiamo previsto uno stanziamento di 260.000 euro. E’ una risorsa ovviamente non sufficiente, ma sta a confermare la nostra attenzione nei confronti di questo settore”. Da ultimo il Presidente ha rivolto “un ringraziamento particolare al mondo del volontariato per il suo prezioso ed insostituibile supporto”.
Presenti all’incontro diversi rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria ed il consigliere regionale Gianni Maggi.
I DATI RELATIVI AI SEI ISTITUTI MARCHIGIANI
Passando ai dati concreti, i detenuti presenti nelle Marche sono 929 (fonte Ministero Giustizia, dicembre 2018), a fronte dei 934 del 2017, di cui 314 stranieri rispetto ai 310 del precedente anno.
Sulla base dei dati raccolti dal Garante, risultano effettivamente in servizio 590 agenti di polizia penitenziaria (su 655 assegnati), 18 educatori e 14 psicologi. Per quanto riguarda la situazione sanitaria, le tossicodipendenze mantengono sempre il primato con 454 detenuti (pari al 48,9%), segnalati dall’area sanitaria, che presentano problemi di droga, mentre a seguire figurano le patologie di tipo psichiatrico, con 98 casi accertati.
L’esame delle singole realtà vede al primo posto la casa circondariale di Montacuto con 316 detenuti (di cui 132 stranieri) per una capienza di 256 (per quanto riguarda la stessa capienza la fonte è quella ministeriale). Le sezioni di alta sicurezza a tutt’oggi ospitano 65 persone (tutti italiani). Segue la casa circondariale di Pesaro – Villa Fastiggi con 219 detenuti (di cui 90 stranieri e 20 donne) per una capienza complessiva di 153 unità. Nella sezione sex offender risultano 46 presenze.
Si passa poi a Fossombrone con 161 detenuti (22 stranieri) a fronte di 202 posti disponibili; Marino del Tronto con 101 (24 stranieri e 79 presenze nella sezione dell’alta sicurezza, creata dopo la chiusura del 41 bis) su 104; Barcaglione con 78 (30 stranieri) su 100; Fermo 70 (22 stranieri) su 41.
Per quanto riguarda la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Monte Grimano Terme, al momento ancora ubicata nella struttura “Case Gemelle”, si registrano 21 ospiti (4 donne), di cui 18 provenienti dalle Marche.
A.Is.
Report 2018 «L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nelle Marche»
Pubblicato il 27 Luglio 2018   Tag: Antidiscriminazioni, Garante infanzia
Report 2018 «L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nelle Marche»
Report 2018 realizzato dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, sulla base delle visite effettuate negli ultimi mesi e dei dati raccolti con la collaborazione del il Servizio Politiche Sociali e delle Comunità educative che operano sul territorio. Presentazione ufficiale dell’indagine a Palazzo delle Marche.
L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nelle Marche nel Report 2018, realizzato dal Garante dei diritti in base alle visite effettuate negli ultimi mesi ed ai dati raccolti con la collaborazione del Servizio Politiche Sociali e delle Comunità educative che operano sul territorio. Un quadro esaustivo della situazione, contemplando l’attività di 66 strutture, con un’attenzione particolare alle 45 che accolgono anche minori stranieri non accompagnati e che forniscono il primato alla provincia di Pesaro (19), seguita da quelle di Fermo (9), Ancona (7), Macerata (6) e Ascoli Piceno (4), per un totale di 235 posti su 670 disponibili.
Nel corso della presentazione ufficiale del report, ospitata a Palazzo delle Marche, il Garante, Andrea Nobili, ha fatto presente che “quella dell’accoglienza per i minori stranieri non accompagnati è una tematica difficile, che mette alla prova il sistema, presentando elementi di particolare complessità, in grado di rendere contraddittori gli strumenti di protezione”.
Criticità, necessità di fare rete e di monitorare costantemente la situazione, competenze e ricerca di nuovi strumenti d’intervento negli interventi del Presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo; del Vice Prefetto vicario di Ancona, Clemente Di Nuzzo; del Presidente del Coordinamento Comunità d’Accoglienza, Andrea Marangoni; del responsabile del Servizio Politiche sociali della Regione Marche, Giovanni Santarelli; del Presidente della Commissione sanità, Fabrizio Volpini, presente anche il consigliere regionale Gianni Maggi. Tutto questo nella consapevolezza, come ha ribadito il Presidente Mastrovincenzo, che “i minori stranieri meritano tutta la nostra attenzione, nelle diverse fasi della loro permanenza sul territorio e soprattutto in quella del cosiddetto sgancio, una volta raggiunta la maggiore età. Dobbiamo lavorare insieme per garantire a questi ragazzi il miglior approccio alla società che li attende, anche sotto il profilo lavorativo, e la possibilità di un eventuale ricongiungimento con le famiglie di origine”.
OLTRE 200 RAGAZZI IN COMUNITA’
Dal monitoraggio effettuato, al 30 giugno 2018 si rileva una popolazione di 205 Msna, dato in linea con la fonte ministeriale che al 31 12 del 2017 rendeva nota una presenza di 204 minori. Per quanto riguarda i Paesi d’origine, la nazione di maggior impatto risulta essere l’Albania ed a seguire Pakistan, Senegal, Egitto, Gambia e Nigeria. Il 67% ha 17 anni, i sedicenni costituiscono poco meno di un terzo del totale, il 4,9% ha 15 anni ed il 6,9% riguarda le altre fasce d’età.
Sul versante del personale che opera nelle comunità, si ha una stima pari a 510 unità diversamente distribuite, con un minimo di 2 ed un massimo di 46 per ciascuna struttura. La presenza maggiormente rappresentativa riguarda il settore degli educatori, con il coinvolgimento di assistenti sociali, mediatori culturali, insegnanti ed animatori (58%). Risulta basso, comunque, il numero degli stessi mediatori per un totale di 24 in tutte le strutture prese in esame. Altro settore quello sanitario con medici, psicologi, infermieri e, in minima parte, psichiatri (13%). I principali interventi proposti riguardano l’alfabetizzazione, le attività ludico – ricreative, la formazione lavoro, il sostegno psicologico, attraverso la messa in essere del Pei (Programma Educativo Individualizzato).
CRITICITA’ E FASE DI “SGANCIO”
In base ai dati raccolti, nel 2017 sono transitati nelle comunità di accoglienza 374 minori, con un numero di dimissioni pari a 354.
La cosiddetta fase di “sgancio” avviene attraverso percorsi di uscita sostenibili, con azioni avviate già due o tre mesi prima del compimento della maggiore età. Sono poco più della metà, però, le comunità che mantengono rapporti con i ragazzi dimessi, lasciando aperti numerosi interrogativi sul destino di tanti minori.
Tra le criticità emerse per quanto concerne il lavoro quotidiano attivato dal personale con i Msna, figurano la scarsa acquisizione di autonomia, le difficoltà di accesso ai tirocini lavorativi ed all’iscrizione dei centri per l’impiego, la gestione dell’uscita, i problemi legati al ricongiungimento del minore con i familiari che si trovano all’estero, i tempi di attesa per il rilascio del permesso di soggiorno e, non da ultimo, l’utilizzo delle sostanze stupefacenti.
“In questo contesto – ha spiegato Nobili – si pensi a quei minori che vorrebbero raggiungere i loro familiari all’estero e si trovano, però, chiusa la possibilità di re location europea, che consenta di effettuare il viaggio in una situazione protetta. Vivono il collocamento in comunità come una costrizione ed appena possono cercano di proseguire il viaggio mettendosi nelle mani di trafficanti, esponendosi così a rischi concreti. Pesa l’assenza di un sistema europeo di protezione”.
Ed il Garante invita anche a riflettere “sull’irrazionalità di una protezione che, per molti ragazzi, cessa al compimento della maggiore età. Il rischio è quello di un’accoglienza che nella maggior parte dei casi dura pochi mesi e non garantisce un effettivo percorso d’integrazione”. In chiusura, comunque, viene evidenziato “l’impegno di una rete istituzionale e sociale che cerca di affrontare con competenza ed umanità, una sfida che misura i valori civili di un territorio”.
Nel prossimo autunno partirà la tersa serie di corsi, promossa sempre dal Garante, per la formazione dei tutori volontari di minori stranieri non accompagnati.